in ricordo del Presidente SISET (2013/2014)

Prof. Armando D'Angelo

Cari Soci,
partecipo con grande commozione e tristezza a tutta la nostra comunità la notizia dell’improvvisa scomparsa del Prof. Armando D’Angelo.
Armando D’Angelo era nato a Milano nel 1952, dove si è laureato nel 1977 e poi specializzato in Medicina Interna. Dopo un periodo di studio negli Stati Uniti a Oklahoma City, nel 1985 è tornato in Italia impegnandosi fortemente nella ricerca sugli stati trombofilici congeniti e acquisiti, e sulle problematiche legate al metabolismo dell’omocisteina. La sua attività di ricerca clinica è sempre stata supportata da una particolare e solidissima competenza di laboratorio, riflesso di una profonda conoscenza dei meccanismi dell’emostasi. Chi lo ascoltava esporre i risultati delle sue ricerche veniva trasportato in un mondo complesso e ricco di intuizioni e collegamenti fisiopatologici, ma senza smarrirsi mai, accompagnati sempre da una guida attenta e rigorosa.
E’ stato impegnato nella standardizzazione dei test emocoagulativi come Chairman del Working Group della International Federation of Clinical Chemistry (IFCC) e nella ISTH, è stato presente nel Consiglio Direttivo della FCSA e della SISET, e ha assunto l’incarico di Presidente della SISET nel biennio 2013-2014. Dal 1988 era il Direttore del Servizio di Coagulazione ed Unità Ricerca Trombosi dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, sempre disponibile, come scriveva nel suo profilo, a fornire un giudizio clinico circa gli esami richiesti ed eventualmente a suggerire lo sviluppo dell'iter diagnostico, in una perfetta sintesi tra competenze cliniche e laboratoristiche.
Alle doti scientifiche e professionali univa un tratto umano di grande accoglienza e cortesia, con lui ci si sentiva sempre a proprio agio. Di seguito il ricordo del suo grande amico fraterno Prof. Franco Piovella, a cui ci stringiamo con affetto e nostalgia insieme ai familiari e ai tanti amici e colleghi.

Valerio De Stefano
Presidente SISET

Armando D'Angelo <..............@hsr.it> -  Wed, 13 Mar, 07:15 - to Franco Piovella
Grazie Franco,
oggi mi fanno una TAVI. Speriamo di risentirci.
Armando

Franco Piovella <....................@gmail.com> - 13 Mar 2024, 08:37 - to Armando D'Angelo
Oggi sono con te. Ci vediamo appena fuori.
Franco

Ciao, Armando bello. Non riesco a vedere quel che scrivo perché da ieri ho un velo di lacrime davanti agli occhi.
Ho riscritto qui le ultime parole che ci siamo scambiati l’altra mattina, per essere sicuro che tutto fosse davvero successo.
E così in fretta.
Di solito ci scambiavamo preoccupazioni di essere in ritardo con qualche lavoro, o con il programma del Winter Meeting… Mai dubbi sul fatto di essere inscalfibili, ognuno con i propri problemini, ma immortali. E tu mi scrivi “speriamo di risentirci”?

Queste parole le scrivo perché sento che tu in qualche modo le possa leggere. O sentire venire dalla mia anima.
Ci conosciamo bene da quarant’anni. Eravamo all’ASH di Washington…. Tu venivi da Oklahoma City e stavi tornando a Milano. Da allora e per circostanze diverse abbiamo lavorato quasi assieme. Per un anno, dopo la mia pensione, davvero assieme al San Raffaele.
E, oltre al lavoro, ci è sempre piaciuto condividere altro tempo e altre idee.
Mai vacanze.
Io le ho sempre fatte, tu mai.
Sei troppo bravo, curioso ed intelligente, adori il tuo lavoro e consideri una sorta di “tempo perso” quello dedicato a far nulla.
Tanto che arrivammo alla conclusione che per condividere i momenti che il nostro carattere ci chiedeva, dovevamo inventarci quel che non c’era: un serio lavoro, in vacanza.
E siamo riusciti a mettere in piedi più di vent’anni di edizioni biennali del nostro Winter Meeting on Coagulation. L’hai fatto diventare un marchio di qualità. I nostri amici importanti che giravano per meeting internazionali con migliaia di delegati, venivano e chiedevano di essere invitati e reinvitati al nostro raduno di non più di 100 partecipanti. E che partecipanti… E lì, per una settimana in montagna li facevamo vivere come a casa loro, al mattino a colazione in pigiama e poi al lavoro. E che ospiti riuscivamo ad avere per momenti diversi dalla scienza nostra! E alla sera, dopo l’ultima sessione scientifica, tiravamo fuori da ognuno quel che non sapevano di avere dentro. Ti ricordi, hai fatto perfino cantare per noi un futuro primo ministro!
Armando, sembrava che fossimo una corte rinascimentale che riusciva ad avere il meglio degli artisti a casa propria. E non li pagavamo…
Poi tutto, come sempre, si è a poco a poco dissolto, un po' perché gli acerbi ricercatori nel frattempo erano maturati, un po’ perché sono cambiate le condizioni.
Queste righe di cronaca le ho scritte, perché mi hanno permesso di raccontare cose condivise che ci hanno riempito di gioia e orgoglio, e soprattutto perché sono riuscito a non piangere.

Ora torno a parlare a te, il mio amico grande. Sai che, a volte, vedo in te un fratello maggiore, più saggio di me, che pure sono più vecchietto. E in più, mi chiami Franchino. Tu riesci a temperare il mio carattere un po’ troppo reattivo.
E, poi, sei l’unico che, quando il mio papà se n’è andato, ha saputo scrivermi una splendida lettera.
Sei l’unico che riesce a far ridere quando si rivolge ad amici o semplici conoscenti, dicendo cose che dette da altri sembrano insulti e fanno infiammare i destinatari. Tu li addolcisci. E ti fai voler bene.
Sei l’anima di ogni convivio, scientifico e non. Tutti conoscono il tuo spirito potente ed il tuo sorriso.

Queste righe sono un brutto sostituto di quel “ci vediamo” che ti ho scritto. Ma considero come se ieri ci fossimo davvero visti. E continueremo a vederci come sempre e a parlarci dall’anima, e so che mi sentirai e mi aiuterai in momenti difficili.

Ciao Armando, il mio amico grande, intelligente, colto, ironico, generoso e buono. Son sicuro che dove sei c’è un posto dove puoi sentire al meglio (altro che hifi stereo…) la tua amatissima musica.

Devo salutarti adesso, perché proprio non riesco a vedere più le parole.

Il tuo Franchino.

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Presidenza

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Largo Gemelli, 8

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